La grande odissea del Vintage Concert
Il lavoro del “Vintage Concert” può essere considerato un omaggio agli autori e alla musica rock internazionale degli anni ’70. L’idea di creare un grande concerto costruito sulla musica di quegli anni nasce in seguito alla lettura casuale, nel 2009, di un libro scritto da Enzo Costanzo e Andrea Loffredo dal titolo: “10 anni in due”. Leggendo quel libro, abbiamo notato che gli anni, le atmosfere, la sensibilità, i fervori sociali e culturali giovanili di quell’epoca ricordano quelli di adesso… Almeno dal punto di vista musicale.
Quella musica, che allora dette una scossa emotiva ed intellettuale ad un’intera generazione e che oggi viene riscoperta dai nostri ventenni (infatti, parlando con loro ci si accorge del fascino che i testi e la purezza sonora di quel rock esercitano su di loro), sembra poter dare delle risposte alle esperienze che i giovani di oggi vivono.
Oggi, come allora, una moltitudine di giovani prende uno strumento in mano e forma tanti gruppi rock, ma soprattutto, anche oggi, la musica diventa chiave di lettura del quotidiano, argomento di discussione che aiuta ad analizzare quello che succede al singolo, al proprio paese, alla propria zona e al resto del mondo. Negli anni ’70 la musica significava appartenenza e sensibilità, questo è ciò che infondo inseguono i giovani d’oggi: desiderano avere qualcosa in cui credere e riscoprire o crearsi dei valori nuovi e stabili.
Tra le due generazioni c’è stata una parentesi che sembra un muro tra due epoche ricche di similitudini. Negli anni ’80 e ’90 i pochi che si mettevano a suonare e a proporre musica propria erano visti come “mosche bianche”, da qualcuno stimati, da altri visti come “vagabondi”. Inevitabilmente, in quanto rari, venivano riconosciuti usando semplici etichette: “i due batteristi di Orbetello”, “il batterista di Porto Ercole”, “il chitarrista e il bassista di Orbetello”, “ i due chitarristi di Porto Santo Stefano”, “i cantautori della Costa d’Argento” e poco più. Infatti, la musica che in quegli anni riceveva maggiore considerazione era quella da ballo. Insomma, l’aspetto culturale del suonare sembrava appiattito, il panorama musicale scarno e l’atteggiamento nei confronti dei pochi musicisti molto grossolano e provinciale.
Oggi, ogni quartiere (come nel ’70) ha decine di musicisti e ogni frazione decine di gruppi che propongono la loro musica… Sarà casuale? Come rispondere?! Forse alcune situazioni sociali e storiche si ripetono e producono gli stessi effetti sulle menti dei giovani, forse quando si perdono riferimenti e sicurezze economiche e morali ci si rifugia dentro di noi per trovare la forza e questa esplode poi in creatività, forse quegli anni “bui” (’80-’90) ci hanno infondo regalato e lasciato, dal punto di vista musicale, tante individualità malinconiche di ex-giovani che ricordando le loro difficoltà si sono rimboccati le maniche e attraverso il loro impegno appassionato hanno trasformato questo neo-fervore vintage in situazioni concrete.
Sta di fatto che adesso non ci sono più “mosche bianche”, ma un vero e proprio movimento che conta alcune centinaia di persone fra musicisti, coristi, operatori e organizzatori musicali. Tra i giovani, molti gruppi rock sono composti da musicisti di paesi diversi che si sono incontrati e hanno deciso di suonare insieme.
Gli educatori musicali dell’Associazione Agape hanno lavorato nell’inverno 2008-2009 per realizzare un momento in cui due generazioni così lontane (i ventenni degli anni ’70 e quegli odierni) potessero anche solo per un giorno unirsi nel nome della musica. Senza stare a spiegare nei minimi particolari il lavoro stressante ma ricco che è stato svolto e tuttora si sta svolgendo, basti sapere che in due anni abbiamo riunito molti giovani e non, provenienti dalle diverse località della zona (Porto Santo Stefano, Porto Ercole, Capalbio, Orbetello, Albinia) per interpretare un’ottantina circa dei capolavori del rock di quegli anni d’oro (autori come Deep Purple, Led Zeppelin, Beatles, Rolling Stones, Jefferson Airplane, David Bowie, Lou Reed, Neil Young, Bob Dylan, Janis Joplin, Aretha Franklyn, Jimy Hendrix, Stevie Wonder, The Who, Traffic).
Obiettivo per nulla secondario è stato quello di omaggiare anche, e soprattutto, gli ispiratori dell’idea ovvero gli autori del libro.
Porto Ercole
26 Luglio 2009
Porto Santo Stefano
23 Luglio 2010